LITURGIA - Chiesa a Villa Borghese Roma

Immacolata
SANTA MARIA
Rettoria
RETTORIA
a Villa Borghese
a VILLA BORGHESE
Roma
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LITURGIA *  LITURGIA DELLE ORE *  I PADRI DELLA CHIESA * SANTI E BEATI

Da selezionare in questa pagina
  1. Anno liturgico
  2. Preghiamo con la Liturgia delle Ore
  3. I Padri della Chiesa : la nostra Attesa
  4. Santi e Beati, a dicembre
 
liturgia
L'anno liturgico è la celebrazione della vita di Gesù distribuita nell'arco di un intero anno.
"l'anno liturgico è composto dal ciclo delle stagioni liturgiche, le quali determinano le feste da osservare, le celebrazioni dei Santi, e i passi delle Sacre scritture da leggersi nelle celebrazioni."






Tempo di Avvento
L’Avvento, nella liturgia cristiana, è uno dei tempi liturgici e viene inteso come l’inizio dell’anno liturgico e comprende le quattro domeniche d’Avvento che precedono il Natale.
L’origine del tempo di Avvento in realtà è tardiva: viene individuata tra il IV ed il VI secolo. La prima celebrazione del Natale a Roma, infatti, avviene nel 336 d.C. ed è proprio verso la fine del IV secolo che si riscontra in Gallia ed in Spagna un periodo di preparazione alla festa del Natale.
Solo a partire dal VII, si inizierà però a parlare effettivamente di tempo di Avvento nelle quattro settimane con riferimento a Natale. Tale periodo verrà chiamato tempus ante natale Domini (Tempo che precede la nascita del Signore) o tempus adventūs Domini (tempo della venuta del Signore). Il primo a fissare le domeniche di Avvento per la Chiesa Occidentale in quattro feste, infatti, fu Papa Gregorio Magno. Più nello specifico, le quattro domeniche d’Avvento stanno simbolicamente a rappresentare i quattromila anni, che gli uomini, secondo l’interpretazione di allora, dovettero attendere per la venuta del Salvatore, dopo aver commesso il peccato originale.

Le 4 candele che segnano l'Avvento
La prima candela è detta "del Profeta", poiché ricorda le profezie sulla venuta del Messia.
La seconda candela è detta "di Betlemme", per ricordare la città in cui è nato il Messia.
La terza candela è detta "dei pastori", i primi che videro ed adorarono il Messia.
La quarta candela è detta "degli Angeli", i primi ad annunciare al mondo la nascita del Messia.
LITURGIA delle "ORE"
prega con la liturgia
Liturgia Cei        oppure lachiesa.it          oppure prega con audio  



La Liturgia delle Ore nasce dall’esortazione di Gesù a pregare sempre,
La Liturgia delle Ore sancisce un momento di dialogo fra Dio e gli uomini.
La Liturgia delle Ore si compone fondamentalmente della lettura della Parola di Dio e di Salmi diversi a seconda dei giorni e dell’orario.

Tutte queste preghiere comuni, suddivise nell’arco della stessa giornata, furono ordinate e andarono a formare la Liturgia delle Ore o Ufficio divino, una preghiera di lode e supplica della Chiesa con Cristo e a Cristo, arricchita di letture bibliche, cantici e inni.
La riforma di San Benedetto decretò la regola da applicare a questa consuetudine, stabilendo le diverse ore della giornata in cui i monaci dovevano ritrovarsi a pregare insieme, e le modalità.
L’usanza della Liturgia delle Ore si diffuse rapidamente anche al di fuori dei monasteri.
Il Concilio Vaticano II ha decretato che, mentre i presbiteri e i vescovi devono praticare la celebrazione della Liturgia delle Ore nella sua forma integrale e i vescovi e i diaconi devono recitare le tre Ore maggiori, anche i fedeli sono tenuti a celebrare ogni giorno almeno le Ore canoniche.

SUDDIVISIONE
Le preghiere sono previste in diverse ore della giornata, articolata nelle ore canoniche.
Le due ore principali sono:
  • le Lodi Mattutine, che si celebrano all’inizio della giornata;
  • i Vespri, che si celebrano alla sera, solitamente all’imbrunire o prima di cena.

Struttura
La prima ora che si recita nella giornata (sia essa l’Ufficio delle Letture o le Lodi Mattutine) è preceduta dalla recita del salmo invitatorio con la sua antifona, che si ripete tra le strofe.
  • il Benedictus o Cantico di Zaccaria nelle Lodi;
  • il Magnificat o Cantico della Beata Vergine Maria nei Vespri.
* Si apre con un versetto (“O Dio, vieni a salvarmi” – “Signore, vieni presto in mio aiuto”, tratto dal salmo 69), a cui segue il Gloria al Padre.
* Poi un inno, tratto dalle composizioni poetiche di origine ecclesiale.
* Si continua con la recita di tre salmi:
Ogni salmo o parte di salmo è introdotto da un’antifona, che ha la funzione di orientare la preghiera al contenuto del salmo; al termine del salmo, salvo ove diversamente indicato, si recita la dossologia Gloria al Padre. L’antifona si recita di nuovo dopo il Gloria al Padre o comunque alla fine dello stesso salmo.
* Segue una lettura biblica con il suo responsorio.
Nelle LODI e nei VESPRI segue  un cantico tratto dal Vangelo:

Le Lodi si concludono con le invocazioni, e i Vespri con le corrispondenti intercessioni, a cui fa seguito il Padre nostro.
Tutte le ore terminano con l’orazione finale.
COMMENTO DEI PADRI DELLA CHIESA
Nostra attesa è il Salvatore
nostro Gesú Cristo
Sant' Ilario di Poitiers
Vescovo e dottore della Chiesa
Nato in una famiglia pagana probabilmente nel 315 a Poitiers, subì subito il fascino della filosofia, cercando risposte nel pensiero neoplatonico. Ma la lettura della Bibbia gli fece conoscere il cuore della fede cristiana e lo avviò verso un itinerario di approfondimento destinato a renderlo un "dottore della Chiesa". Subito dopo il Battesimo venne scelto come vescovo di Poitiers e come pastore e studioso s'impegnò a indagare la Verità contro le eresie del tempo, in particolare l'arianesimo. Questo gli costò anche sei anni di esilio, durante i quali continuò i suoi studi, dai quali nacque la sua opera più importante il "De Trinitate". Morì nel 367. Pio IX lo ha proclamato Dottore della Chiesa.

dal  "Sermone I in Adv., 1s.
"Noi aspettiamo il Salvatore (Fil 3,20). In verità, l`attesa dei giusti è letizia, dal momento che essi aspettano la beata speranza e l`avvento della gloria del nostro grande Dio e Salvatore nostro Gesú Cristo (cf. Tt 2,13).
 
Ed ora qual è la mia attesa, dice il giusto, se non il Signore? (Sal 38,8). Poi, rivolto al Signore: «Io so - dice - che non sarò confuso nella mia attesa (cf. Sal 118,116). Infatti, è già presso di te la mia sostanza (cf. Sal 38,8), poiché la nostra natura, assunta da te e offerta per noi, è già stata glorificata nella tua persona. Questo ci dà la speranza che ogni carne verrà a te (cf. Sal 64,3), e che le membra seguiranno il loro capo affinché nulla manchi all`olocausto».
 
E perciò con fiducia ancora più totale - perché con coscienza più tranquilla - che si può aspettare il Signore quando si è avuta la grazia di poter dire: «Il poco di sostanza che possedevo, Signore, è presso di te, poiché donandoti i miei beni o disprezzandoli per te, io ho accumulato un tesoro nei cieli. Ai tuoi piedi, ho deposto ogni mio bene, perché ti so capace non solo di custodire (cf. 2Tm 1,12) il mio deposito, ma altresì di restituirmelo centuplicato e di aggiungervi la vita eterna». Poveri di spirito, siate felici di esservi accumulati, secondo il consiglio del Consigliere mirabile, dei tesori in cielo (cf. Mt 6,20), per paura che se i vostri tesori restassero sulla terra, i vostri cuori non avessero a conoscere, al pari di loro, la corruzione!
 
Dice infatti il Signore: Là dove è il tuo tesoro, lí sarà anche il tuo cuore (Mt 6,21). I vostri cuori seguano, dunque, i loro tesori! Fissate in alto il vostro pensiero, e la vostra attesa sia sospesa a Dio, perché possiate dire come dice l`Apostolo: La nostra conversazione è nei cieli, ed è di là che noi aspettiamo il Salvatore (Fil 3,20). O attesa delle genti! Non saranno delusi tutti coloro che ti aspettano (cf. Sal 24,3). Ti hanno atteso i nostri padri; tutti i giusti, dall`origine del mondo, hanno sperato in te e non sono stati confusi (cf. Sal 21,6). Già, allorché fu ricevuta la tua misericordia nel cuore del tuo tempio (cf. Sal 47,1), cori gioiosi fecero sentire le loro lodi e cantarono: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore! (Sal 117,26; Mt 21,9). Io ho atteso senza stancarmi il Signore, ed egli ha rivolto verso me il suo sguardo» (cf. Sal 39,2).
 
Poi, riconoscendo nell`umiltà della carne la maestà divina, dissero: «Ecco, è il nostro Dio! Noi l`abbiamo atteso; egli ci salverà! E` lui il Signore; noi l`abbiamo atteso con pazienza, esulteremo e ci rallegreremo nella sua salvezza!» (cf. Is 25,9). Ma la Chiesa, che negli antichi giusti attese il primo avvento, attende del pari il secondo nei giusti della Nuova Alleanza. E come era certa di veder saldato con il primo il prezzo della redenzione, cosí è sicura che il secondo le apporterà il frutto della remunerazione. Sospesa da questa attesa e da questa speranza al di sopra delle cose della terra, essa aspira con gioia pari all`ardore ai beni eterni.
Mentre altri si affannano a cercare quaggiù la loro felicità e, senza attendere che si adempia il disegno del Signore, si precipitano per accaparrare il bottino che loro offre il mondo, l`uomo beato che ha posto la sua speranza nel Signore e che non ha fissato il suo sguardo sulle vanità e sulle ingannevoli follie (cf. Sal 39,5) si tiene alla larga dalle loro strade, cosí come si evitano le immondizie (cf. Sap 2,16), poiché egli sa che è meglio essere umiliato con il mite piuttosto che condividere le spoglie con i superbi (cf. Pr 16,19).
 
E parlando a se stesso, si consola con queste parole: «Mia eredità è il Signore, ha detto la mia anima; ecco perché io l`aspetterò. Il Signore è buono verso coloro che sperano in lui, per l`anima che lo cerca.
 
E` bene aspettare nel silenzio la salvezza di Dio (cf. Lam 3,24-26). Signore, l`anima mia, in verità, viene meno nell`attesa della tua salvezza, ma io sovrabbondo di speranza nella tua parola (cf. Sal 118,80)».
 
Certamente, come sta scritto, una speranza differita affligge l`anima (Pr 13,12). Però, benché stanca di veder ritardato il compiersi del suo desiderio, essa resta in piena fiducia, a causa della promessa.
 
Sperando in Dio e persino sovrabbondando di speranza, aggiungerò speranza a speranza, cosí come si aggiunge senza posa tribolazione a tribolazione, periodo a periodo. Sono certo infatti che egli alla fine apparirà e non ci ingannerà.
 
Ecco perché, anche se si fa aspettare, io l`aspetterò, poiché verrà senza alcun dubbio e non tarderà (cf. Ab 2,3) oltre un tempo determinato e opportuno.
 
Ma qual è il tempo opportuno? Quello in cui sarà completo il numero dei nostri fratelli (cf. Ap 6,11) ; quello in cui sarà esaurito il tempo della misericordia concesso per la penitenza."

(Ilario di Poitiers, Sermo I in Adv., 1s.)
 
I PADRI DELLA CHIESA
AMBROSIASTER                         SAN GIOVANNI CRISOSTOMO    
CLEMENTE ALESSANDRINO             SAN GIROLAMO               
DIDIMO IL CIECO                        SAN GREGORIO DI NISSA
DOROTEO DI GAZA                      SAN GREGORIO MAGNO
EVAGRIO PONTICO                   SANT’AGOSTINO DI IPPONA
GREGORIO NAZIANZENO               SANT’AMBROGIO
ORIGINE ADAMANTIO                    SANT’ANTONIO ABATE
SAN BASILIO MAGNO                    SANT’ATANASIO DI ALESSANDRIA
SAN CIPRIANO DI CARTAGINE           SANT’EFREM
SAN CIRILLO DI ALESSANDRIA          SANT’EUSEBIO DI CESAREA
SAN CROMAZIO DI AQUILEIA            SANT’ILARIO DI POITIERS
SAN CIRILLO DI GERUSALEMME        
TERTULLIANO


GREGORIO NAZIANZENO
San Gregorio Nazianzeno, soprannominato il Teologo, fu uno dei quattro grandi Padri della Chiesa d’Oriente. Nacque intorno all’anno 329 d.C. presso Nazianzo, in Cappadocia. Suo padre, anch’egli di nome Gregorio, era recentemente diventato vescovo della diocesi.
Gregorio studiò grammatica, matematica, retorica e filosofia. Ad Atene aveva per compagni Basilio, che poi divenne vescovo di Cesarea, e Giuliano, poi imperatore. Poco dopo il ritorno a casa di suo padre a Nazianzo (circa nel 360), Gregorio ricevette il battesimo. Decise di mettersi al servizio della religione, ma per qualche tempo, e in effetti più o meno tutta la sua vita, fu incerto su come effettuare questo servizio. Per natura e per educazione incline ad una vita contemplativa, trascorsa tra i libri e con gli amici più fidati, svolse comunque una assidua attività pastorale. Lo spirito del raffinato monachesimo intellettuale fu in questo periodo fortemente incoraggiato dal suo rapporto con Basilio, che raggiunse nel monastero di Annisoi, nel Ponto.
Il vescovo di Nazianzo ordinò sacerdote il giovane Gregorio, suo malgrado, nel 361 circa. Dopo un vano tentativo di eludere i suoi nuovi compiti e responsabilità con la fuga, egli esercitò il ministero presbiteriale nella diocesi di suo padre senza interruzione per un certo tempo.
Successivamente (circa 372), si lascia designare dall’amico Basilio vescovo di Sasima, un piccolo villaggio distante circa 32 km da Tiana. Pochissimo tempo dopo, tuttavia, lo troviamo di nuovo a Nazianzo, che assiste il suo vecchio padre, e alla morte di questi (374) Gregorio si ritira a Seleucia in Isauria per diversi anni.
Verso il 378-379 ricevette la richiesta di aiuto della fazione ortodossa di Costantinopoli, che lo scelse come proprio difensore per la sua fama di dotto ed eloquente discepolo di Origene, e più ancora di Atanasio. Sebbene inizialmente riluttante, una volta arrivati a Costantinopoli, lavorò con tanto zelo che il partito ortodosso rapidamente raccolse nuove forze, e il piccolo appartamento in cui erano soliti incontrarsi si tramutò ben presto in una grande chiesa che ricevette il significativo nome di Anastasia, la “Chiesa della Risurrezione”. Tra gli ascoltatori di Gregorio si trovavano non solo uomini di chiesa come Girolamo ed Evagrio, ma anche pagani.
Con l’arrivo di Teodosio nel 380 si ebbe il definitivo trionfo della causa ortodossa: in seguito all’organizzazione del secondo concilio ecumenico del 381 Gregorio ricevette la consacrazione da Melezio. Purtroppo, molta invidia si era manifestata in relazione a questa promozione, tanto che Gregorio rassegnò le sue dimissioni e si ritirò in pensione. Il resto dei suoi giorni sono stati spesi in parte a Nazianzo, in affari ecclesiastici, e in parte nella sua tenuta vicino a Arianzo, dove si dedicava ai suoi passatempi preferiti, la letteratura e la composizione poetica in particolare, fino alla sua morte, avvenuta nel 389 o 390.


L’epistolario di Gregorio Nazianzeno dal presbiterato alla consacrazione episcopale,di Nicola Russo








L’ uomo divinizzato in Cristo,di Gregorio N. Corea

Epistole,di Gregorio Nazianzeno









Epigrammi epitaffi,di Gregorio Di Nazianzo (San)


  • San Gregorio di Nazianzo. Un contemporaneo vissuto sedici secoli fa, – Trisoglio Francesco (gennaio 2008)
  • Autobiografia. Carmen de vita sua. Testo greco a fronte, – Gregorio di Nazianzo (san) Morcelliana Edizioni (2005)
  • I cinque discorsi teologici, – Gregorio di Nazianzo (san) (gennaio 1999)
https://www.padridellachiesa.it/gregorio-nazianzeno/
CALENDARIO SANTI E BEATI 2023
calendario santi 2023





        RICORRENZE
DICEMBRE 2023


Il , I° domenica di Avvento.

Il San Nicola di Bari spesso identificato al Nord Europa come Babbo Natale

Il memoria di Sant’Ambrogio.

l ’ solennità’
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.

è Festa nella nostra Rettoria
a villa Borghese




Il 12°
Beata Vergine Maria di Guadalupe.

        RICORRENZE
DICEMBRE 2023



il 16°
inizia il periodo della Novena in preparazione al Natale.

il 24°, Vigilia

il 25°Natale del Signore

Il 31°Santa Famiglia
Gesù, Maria e Giuseppe



Il 31° Te Deum
di ringraziamento

e
BUON ANNO!

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CONTATTI
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Rettore
Cell +39 393 445 8444
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