LITURGIA - Chiesa a Villa Borghese Roma

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LITURGIA * LITURGIA DELLE "ORE" * COMMENTO DEI PADRI DELLA CHIESA * SANTI E BEATI

liturgia
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2. Preghiamo con la Liturgia delle Ore
4. Santi e Beati in Aprile 2024

L'anno liturgico è la celebrazione della vita di Gesù distribuita nell'arco di un intero anno.
"l'anno liturgico è composto dal ciclo delle stagioni liturgiche, le quali determinano le feste da osservare, le celebrazioni dei Santi, e i passi delle Sacre scritture da leggersi nelle celebrazioni."



tempo pasquale
E' il  tempo tradizionalmente di cinquanta giorni che "a partire del Triduo Pasquale, "come sua fonte di luce" viene celebrata la Pasqua del Signore come ifino alla solennità di Pentecoste, con la discesa dello Spirito Santo.
Dopo quaranta giorni dalla resurrezione si celebra l'Ascensione. In questo periodo Cristo educa gli apostoli e i primi cristiani a comprendere la sua azione nel mondo dopo la discesa dello Spirito Santo. Il giorno di Pentecosce rappresenta la nascita della Chiesa.

LITURGIA delle "ORE"
prega con la liturgia
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La Liturgia delle Ore nasce dall’esortazione di Gesù a pregare sempre,
La Liturgia delle Ore sancisce un momento di dialogo fra Dio e gli uomini.
La Liturgia delle Ore si compone fondamentalmente della lettura della Parola di Dio e di Salmi diversi a seconda dei giorni e dell’orario.

Tutte queste preghiere comuni, suddivise nell’arco della stessa giornata, furono ordinate e andarono a formare la Liturgia delle Ore o Ufficio divino, una preghiera di lode e supplica della Chiesa con Cristo e a Cristo, arricchita di letture bibliche, cantici e inni.
La riforma di San Benedetto decretò la regola da applicare a questa consuetudine, stabilendo le diverse ore della giornata in cui i monaci dovevano ritrovarsi a pregare insieme, e le modalità.
L’usanza della Liturgia delle Ore si diffuse rapidamente anche al di fuori dei monasteri.
il Concilio Vaticano II ha decretato che, mentre i presbiteri e i vescovi devono praticare la celebrazione della Liturgia delle Ore nella sua forma integrale e i vescovi e i diaconi devono recitare le tre Ore maggiori, anche i fedeli sono tenuti a celebrare ogni giorno almeno le Ore canoniche.

SUDDIVISIONE
Le preghiere sono previste in diverse ore della giornata, articolata nelle ore canoniche.
Le due ore principali sono:
  • le Lodi Mattutine, che si celebrano all’inizio della giornata;
  • i Vespri, che si celebrano alla sera, solitamente all’imbrunire o prima di cena.

Struttura
La prima ora che si recita nella giornata (sia essa l’Ufficio delle Letture o le Lodi Mattutine) è preceduta dalla recita del salmo invitatorio con la sua antifona, che si ripete tra le strofe.
  • il Benedictus o Cantico di Zaccaria nelle Lodi;
  • il Magnificat o Cantico della Beata Vergine Maria nei Vespri.
* Si apre con un versetto (“O Dio, vieni a salvarmi” – “Signore, vieni presto in mio aiuto”, tratto dal salmo 69), a cui segue il Gloria al Padre.
* Poi un inno, tratto dalle composizioni poetiche di origine ecclesiale.
* Si continua con la recita di tre salmi:
Ogni salmo o parte di salmo è introdotto da un’antifona, che ha la funzione di orientare la preghiera al contenuto del salmo; al termine del salmo, salvo ove diversamente indicato, si recita la dossologia Gloria al Padre. L’antifona si recita di nuovo dopo il Gloria al Padre o comunque alla fine dello stesso salmo.
* Segue una lettura biblica con il suo responsorio.
Nelle LODI e nei VESPRI segue  un cantico tratto dal Vangelo:

Le Lodi si concludono con le invocazioni, e i Vespri con le corrispondenti intercessioni, a cui fa seguito il Padre nostro.
Tutte le ore terminano con l’orazione finale.
COMMENTO DEI PADRI DELLA CHIESA
S. AGOSTINO D'IPPONA
Commento ai Salmi 70,2,10

In lui dunque siamo risorti una prima volta perché quando è risorto Cristo siamo risorti anche noi. Infatti non è il Verbo che è morto e poi risorto, ma la carne assunta nel Verbo, questa è morta e risorta.
Cristo è morto nell’elemento in cui morirai anche tu, ed è risorto in quello in cui anche tu risorgerai. Col suo esempio ti ha insegnato cosa non devi temere e cosa devi sperare. Temevi la morte, ed è morto; non speravi nella risurrezione: è risorto.
Mi dirai: è risorto lui, mica io! Ma è risorto in ciò che da te aveva assunto per te. Perciò la tua natura ti ha preceduto in lui, e ciò che è stato assunto da te sale in cielo prima dite: quindi anche tu sei già salito in cielo. Egli ascende per primo, e noi in lui, perché la sua carne è presa dal genere umano. Con la sua risurrezione siamo risaliti dagli abissi della terra.
gostino d’Ippona,

Sermone 229/B,2

Ecco la gioia dell’Alleluia
Ecco la letizia, fratelli miei: letizia nella vostra assemblea, letizia nei salmi e negli inni, letizia alla memoria della passione e della risurrezione di Cristo, letizia nella speranza della vita futura. Se ciò che speriamo produce tanta letizia, che sarà quando possederemo questo?
Ecco che in questi giorni nei quali ascoltiamo l’Alleluia, lo spirito in certo modo si muta. Non ci sembra di gustare un non so che di quella città superna? Se questi giorni ci producono tanta letizia, quale sarà in quel giorno di cui è detto: « Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno» (Mt 25,34), quando i santi saranno radunati insieme; quando là si incontreranno quanti non si conobbero; là dove si riconosceranno quanti si conobbero; là dove un amico non perirà e il nemico non sarà temuto?
Infatti, ecco diciamo: Alleluia; è bello, è lieto, è pieno di gioia, di giocondità, di soavità.




Pensieri pasquali con gli antichi Padri
I cristiani dell’antica provincia d’Asia, per i quali l’immagine di Dio è nel corpo, plasmato appunto “a immagine” del Figlio di Dio fatto carne, per una etimologia popolare, collegavano la parola “pasqua” in greco páscha con il verbo páschein che, sempre in greco, può voler dire “patire”. Ne derivava la teologia della “pasqua” come “passione”: secondo questa concezione, pasqua è soprattutto la “gloriosa passione” del Signore, come si esprime anche il Canone romano, sulla scia dell’evangelista Giovanni, per il quale la croce è glorificazione sconcertante e paradossale. Secondo Ireneo, Gesù soffre e muore perché «la luce che proviene dal Padre inondi la sua carne e dalla sua carne sfolgorante» nella risurrezione «venga in noi, e così l’uomo giunga all’incorruzione, avvolto dalla luce del Padre» (Contro le eresie IV,20,2), in una scanzione di tre tappe: dalla carne sofferente di Cristo nella passione a quella radiosa nella sua esaltazione e alla nostra nella futura risurrezione.
Più corretta grammaticalmente era però l’etimologia nota ai cristiani di Alessandria: “pasqua”, parola di origene ebraica pesach, significa “passaggio”, già secondo l’ebreo Filone e poi Clemente e Origene. Sennonché nella Bibbia (Es 12) pasqua è anzitutto il passaggio del Signore col suo angelo a risparmiare le case degli ebrei, che “passa” per “far passare” il popolo dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà della Terra promessa. Se in primo luogo è il Signore che passa, ai cristiani di Alessandria interessava specialmente il passaggio dal vizio alla virtù da parte dell’anima nella quale secondo loro risiedeva l’immagine di Dio da restaurare nel bene.
Da parte nostra possiamo approfittare della riflessione degli uni come degli altri. Anzi, dobbiamo avvalercene per non buttar via nulla di quanto ci fa grati alla pasqua di Cristo Signore, “nostra pasqua” (1Cor 5,7).
Così diceva Gregorio di Nazianzo, anno 364 in Cappadocia, in una omelia pasquale:
«Ieri veniva immolato l’agnello e [il sangue] fu spalmato sugli architravi (…), e fummo difesi da quel sangue prezioso; oggi nella purità siamo fuggiti dall’Egitto e dal faraone, despota amaro, e dai supervisori opprimenti, e siamo stati liberati dal forzato lavoro del fango per far mattoni: nessuno ci impedisce di celebrare la festa del nostro esodo in onore del Signore Iddio e celebrarla non nel vecchio lievito di vizio e cattiveria, ma nei pani azzimi di sincerità e verità (cf. 1Cor 5,8), senza portarci dietro la pasta dell’Egitto, estranea a Dio.
Ieri venivo crocifisso con Cristo, oggi sono partecipe della sua gloria.
Ieri venivo pestato, oggi sono vivificato con lui.
Ieri fui sepolto con lui, oggi risorgo con lui» (Omelia I: sulla pasqua 3-4).
Gregorio presuppone l’esodo, la liberazione dell’Egitto e la pasqua antica, prefigurazione di quella di Cristo, liberazione totale, universale e definitiva, attesa nei suoi ultimi effetti come nostra risurrezione, quella della nostra carne. Sono parole di liberazione e di gioia filiale.

A questo proposito tornano alla mente le parole del papa Leone I: «Renditi conto, cristiano, della tua dignità» (agnosce, christiane, dignitatem tuam), da una sua predica del Natale del 440 (Sermone 1 [21],3,2: BP 31,86).

Un simile andamento è anche per la pasqua in un’altra sua omelia, quella della veglia del sabato santo, il 3 aprile 443.
«Si renda conto il popolo di Dio (agnoscat … populus Dei) di essere una nuova creazione in Cristo (cf. 2Cor 5,7) e stia in allerta per comprendere Chi gli ha donato la nuova creazione e chi l’ha ricevuta. Le novità avvenute non tornino ad un vecchiume traballante, e chi ha messo mano all’aratro non trascuri il suo lavoro ma sia tutto intento al seme che getta e non si volga indietro a guardare ciò che ha lasciato dietro di sé (cf. Lc 9,26). Nessuno ricada in ciò da cui si è rialzato: anche se si trova prostrato in mezzo alla instabilità dei condizionamenti del corpo, brami con decisione di guarire e rialzarsi. È questa la via che porta alla salvezza e rende presente la risurrezione avviata in Cristo: se è vero che sul terreno scivoloso di questa vita non mancano cadute e sbandamenti in varie direzioni, lo scopo è che i passi di chi è in cammino evitino di calcare terreni scivolosi per poggiare invece su spazi solidi (Sal 36,23-24)»
(Sermone 58 [71],6,1-5: BP 38,358-360).

https://www.ilmantellodellagiustizia.it/articoli-mese-di-aprile-2015/pensieri-pasquali-con-gli-antichi-padri

santi e beati
2024
alcune ricorrenze
in
aprile 2024

1 Lunedì
Lunedì dell'Angelo

7 DOMENICA di PASqua


della Divina Misericordia


8 Lunedì Annunciazione del Signore

23 Martedì    
San Giorgio martire

25 Giovedì
San Marco Evangelista

29 Lunedì Santa Caterina da Siena
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