PREGHIERE - Chiesa a Villa Borghese Roma

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SANTA MARIA
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a Villa Borghese
a VILLA BORGHESE
Roma
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MESE di MARZO
dedicato a
san giuseppe


un po' di storia
Tradizionalmente, il mese di marzo è dedicato a
San Giuseppe
sposo della Beata Vergine Maria. La festa è il 19 marzo.
Se già sapete molte cose su San Giuseppe, è il momento di impararne di più, perché tutto il mese di marzo è per tradizione dedicato a lui.
Per secoli i cristiani si sono rivolti a San Giuseppe come potente patrono e fedele custode, padre e amico. Indicato come Gloria della Vita Domestica, Patrono dei Morenti e Terrore dei Demoni, i cristiani invocano San Giuseppe, patrono universale della Chiesa, per ottenere guarigione e conversione, aiuto con i figli, un nuovo lavoro o una nuova casa e per tutte le necessità di corpo e anima.
  
Il padre adottivo del Figlio di Dio è anche un padre per coloro che sono diventati figli e figlie di Dio attraverso il Battesimo.
 
 
Santi e papi nel corso dei secoli hanno sperimentato e lodato il grande potere di intercessione di San Giuseppe. “Vorrei poter persuadere tutti gli uomini ad essere devoti a questo santo glorioso”, ha scritto Santa Teresa d’Avila, “perché so per lunga esperienza quali benedizioni possa ottenere per noi da Dio”.
 
 
“Tutti i cristiani, di qualsivoglia condizione e stato, hanno ben motivo di affidarsi e abbandonarsi all’amorosa tutela di San Giuseppe”, ha scritto papa Leone XIII nella sua enciclica sulla devozione a San Giuseppe, la Quamquam pluries.
 
 
Papa Benedetto XVI ha incoraggiato le coppie sposate e i genitori a rivolgersi a San Giuseppe dicendo: “Solo Dio poteva dare a Giuseppe la forza di far credito all’angelo. Solo Dio vi darà, cari fratelli e sorelle che siete sposati, la forza di educare la vostra famiglia come Egli vuole. DomandateGlielo!”.

San Giovanni Paolo II ci ha presentato San Giuseppe come modello di vita interiore, sottolineando il silenzio del santo, che parla più forte di quanto facciano le parole. “I Vangeli parlano esclusivamente di ciò che Giuseppe ‘fece’”. “Tuttavia, consentono di scoprire nelle sue ‘azioni’, avvolte dal silenzio, un clima di profonda contemplazione. Giuseppe era in quotidiano contatto col mistero ‘nascosto da secoli’, che ‘prese dimora’ sotto il tetto di casa sua”.
Giuseppe Bottani (Cremona 1717-Mantova 1784), Sogno di San Giuseppe. Olio su tela, 36 X 43 cm
Bottega di Giuseppe falegname con Maria e Gesù Bambino, di Modesto Faustini (1886-1890)- Loreto, Santuario della Santa Casa.
Nel 1889, Papa Leone XIII ci ha donato laQuamquam pluries (Sulla devozione a San Giuseppe), in cui si legge:
 
In Giuseppe i padri di famiglia hanno il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, di concordia e di fede coniugale; i vergini un esempio e una guida dell’integrità verginale. I nobili, posta dinanzi a sé l’immagine di Giuseppe, imparino a serbare anche nell’avversa fortuna la loro dignità; i ricchi comprendano quali siano i beni che è opportuno desiderare con ardente bramosia e dei quali fare tesoro. I proletari poi, gli operai e quanti sono meno fortunati, debbono, per un titolo o per diritto loro proprio, ricorrere a San Giuseppe, e da lui apprendere ciò che devono imitare. Infatti egli, sebbene di stirpe regia, unito in matrimonio con la più santa ed eccelsa tra le donne, e padre putativo del Figlio di Dio, nondimeno passa la sua vita nel lavoro, e con l’opera e l’arte sua procura il necessario al sostentamento dei suoi
 
Vita di San Giuseppe
La Bibbia non parla molto della sua vita, e leggiamo di lui solo in pochi passi dei Vangeli.
Matteo e Luca dicono che Giuseppe era un discendente del re Davide e originario di Betlemme. Suo padre si chiamava Giacobbe e pare che fosse il terzo di 6 fratelli.
Giuseppe, il cui nome, di origine ebraica, significa “Dio aggiunga”, inteso, in senso lato, come “aggiunto in famiglia”. Abitava nella piccola città di Nazaret dove esercitò la sua professione di  falegname e all’età di circa 30 anni fu convocato dai Sacerdoti del Tempio, con altri scapoli della Tribù di Davide, per prendere moglie. Lei era Maria e a 14 anni, fu data in sposa a Giuseppe, tuttavia Maria continuò a dimorare nella casa di famiglia a Nazareth di Galilea per la durata di un anno, che era il tempo richiesto presso gli Ebrei, tra lo sposalizio e l'entrata nella casa dello sposo.
Fu proprio in questo luogo che ricevette l'annuncio dell'Angelo e accettò: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". (Lc 1,38).
La legge di Mosè prescriveva che la donna dopo il parto fosse considerata impura e rimanesse 40 giorni segregata se avesse partorito un maschio, e 80 giorni se un femmina, dopo di che, avrebbe dovuto presentarsi al tempio per purificarsi legalmente e farvi un'offerta che per i poveri era limitata a due tortore o due piccioni. Se poi il bambino era primogenito, egli apparteneva per legge al Dio Jahvè. Venuto il tempo della purificazione, dunque, si recarono al tempio per offrire il loro primogenito al Signore. Nel tempio incontrarono il profeta Simeone che annunciò a Maria: "... e anche a te una spada trafiggerà l'anima".(Lc 2,35).
Giunsero in seguito dei Magi dall'oriente (Mt 2,2) che cercavano il neonato Re dei Giudei. Venuto a conoscenza di ciò, Erode fu preso da grande spavento e cercò con ogni mezzo di sapere dove fosse per poterlo annientare. I Magi intanto trovarono il bambino, stettero in adorazione e offrirono i loro doni, portando un sollievo alla Santa Famiglia.
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San Giuseppe padre di Gesù
Dopo la partenza dei Magi, un Angelo del Signore apparve a Giuseppe e lo esortò a fuggire: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e sta là finché non ti avvertirò; perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo".(Mt 2,13).
Giuseppe partì subito con la famiglia (Mt 2,14) per un viaggio di circa 500 Km. La maggior parte del cammino si svolse nel deserto, infestato da numerose serpi e molto pericoloso a causa dei briganti. La Santa famiglia dovette così vivere la penosa esperienza di profughi, lontano dalla propria terra, perché si adempisse, quanto era stato detto dal Signore per mezzo del Profeta (Os XI,1): «Io ho chiamato il figlio mio dall'Egitto».(Mt 2,13-15).
Nel mese di Gennaio del 4 a.C, immediatamente dopo la morte di Erode, un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e và nella terra d'Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino» (Mt 2,19).
Giuseppe obbedì subito alle parole dell'Angelo e partirono ma, quando gli giunse la notizia che il successore di Erode era il figlio Archelao, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse quanto era stato detto dai profeti: «Egli sarà chiamato Nazareno».(Mc 2,19-23).
La Santa famiglia, come ogni anno, si recò a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Trascorsi i giorni di festa, si incamminarono verso la strada del ritorno credendo che il piccolo Gesù di 12 anni fosse nella comitiva. Ma quando seppero che non era con loro, iniziarono a cercarlo affannosamente e, dopo tre giorni, lo ritrovarono al tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati ti cercavamo».(Lc 2,41-48).
Passarono altri venti anni di lavoro e di sacrificio per Giuseppe sempre accanto alla sua sposa.
Giuseppe morì poco prima che Gesù iniziasse la predicazione. Non vide quindi la passione di Gesù sul Golgota probabilmente perché non avrebbe potuto sopportare l'atroce dolore della crocifissione del Figlio tanto amato.
Il lavoro di San Giuseppe
In molti pensano che Giuseppe fosse un falegname. Ma non è esattamente così. Bisogna riferirsi a Matteo 13, 55, versetto in cui Gesù viene definito come “il figlio del carpentiere”.
Il termine greco téktôn, che si traduce solitamente con “carpentiere”, corrisponde al latino faber e indica un artigiano che lavora il legno o la pietra. E infatti il legno non era un’esclusiva dei falegnami, ma ai tempi era fondamentale per la costruzione delle case nella regione.
Gesù ha imparato il mestiere da Giuseppe.

Come Maria nell’Annunciazione di Nostro Signore (che si festeggia il 25 marzo), ha accettato umilmente i messaggi di Dio con cuore aperto. Ha seguito la Volontà divina in modo così eccelso che è il silenzio che parla.
PREGHIERE A SAN GIUSEPPE
Le preghiere A San Giuseppe
 
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa.

Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù,
riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.

Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo:

allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore;
e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità;
e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo.

AMEN.
 
Preghiera per un particolare beneficio spirituale
 
O San Giuseppe,
la cui protezione è così grande, così forte, così sollecita davanti al trono di Dio, ti affido tutti i miei interessi e i miei desideri.
 
O San Giuseppe,
assistimi con la tua potente intercessione, e ottieni per me dal tuo Figlio divino tutte le benedizioni spirituali attraverso Gesù Cristo, nostro Signore,  di modo che essendomi  affidato al tuo potere celeste
possa offrire il mio ringraziamento
e il mio omaggio al più amorevole dei padri.
 
O San Giuseppe,
non mi stanco mai di contemplare te e Gesù addormentato tra le tue braccia; non oso avvicinarmi mentre Egli riposa accanto al tuo cuore.
Stringilo in nome mio
e bacia il Suo capo per me,
e chiedigli di restituire il bacio
quando sarò sul letto di morte.

San Giuseppe,
patrono delle anime che stanno per morire,
prega per me.
Amen.
 
La devozione di Papa Francesco
    Vorrei anche dirvi una cosa molto personale.
Io amo molto san Giuseppe, perché è un uomo forte e silenzioso.
   Sul mio tavolo ho un’immagine di san Giuseppe che dorme. E mentre dorme si prende cura della Chiesa! Sì! Può farlo, lo sappiamo.
   E quando ho un problema, una difficoltà, io scrivo un foglietto e lo metto sotto san Giuseppe, perché lo sogni! Questo gesto significa: prega per questo problema.

Discorso di Papa Francesco alle famiglie
Mall of Asia Arena, Manila – 16.01.2015
 
“Io amo molto San Giuseppe perché è un uomo forte e silenzioso.
Sulla mia scrivania ho un’immagine di San Giuseppe mentre dorme e quando ho un problema o una difficoltà io scrivo un biglietto su un pezzo di carta e lo metto sotto la statua di San Giuseppe affinchè lui possa sognarlo. Ora consideriamo il secondo aspetto: “alzarsi con Gesù e Maria”. Questi preziosi momenti di riposo, di pausa con il Signore in preghiera, sono momenti che vorremmo forse poter prolungare.
Ma come san Giuseppe, una volta ascoltata la voce di Dio, dobbiamo riscuoterci dal nostro sonno; dobbiamo alzarci e agire come famiglie (cfr Rm 13,11). La fede non ci toglie dal mondo, ma ci inserisce più profondamente in esso.

Preghiera a San Giuseppe lavoratore
 
O San Giuseppe,
padre putativo di Gesù e sposo purissimo di Maria, che a Nazareth hai conosciuto la dignità e il peso del lavoro, accettandolo in ossequio alla volontà del Padre e per contribuire alla nostra salvezza, aiutaci a fare del lavoro quotidiano un mezzo di elevazione;
insegnaci a fare del luogo di lavoro una “comunità di persone”, unita dalla solidarietà e dall’amore.
 
Dona a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, la salute, la serenità e la fede;
fa che i disoccupati trovino presto una dignitosa occupazione e che coloro che hanno onorato il lavoro per una vita intera, possano godere di un lungo e meritato riposo.
 
Te lo chiediamo per Gesù, nostro Redentore e per Maria, tua castissima Sposa e nostra carissima Madre. Amen.
 Antonella Sanicanti https://www.lalucedimaria.it/marzo-san-giuseppe/
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